Cosa ti impedisce di cambiare?
Se in questo momento qualcuno ti chiedesse di descriverti in poche semplici parole sono quasi certa che riusciresti a dare una descrizione più o meno dettagliata su te stesso, sul tuo modo di essere e sul tuo modo di comportarti. Con altrettanta certezza poi potresti affermare di aver fatto in passato dei tentativi di cambiamento ma che sono risultati spesso fallimentari al punto da convincerti che alcuni tuoi modi di essere sono immodificabili! Se anche tu ti riconosci in queste parole, questo è l’articolo che fa per te! Scoprirai infatti non solo che il cambiamento sia possibile, ma anche cosa ti impedisce di cambiare e come poter diventare finalmente la persona che vuoi davvero essere!
Le persone incontrate nella vita, le situazioni vissute e le relazioni instaurate nel tempo, hanno contribuito a restituirti un’immagine di te come persona con delle caratteristiche ben precise (e immodificabili!). Hanno contribuito cioè alla creazione di una Teoria su Te Stesso che difficilmente lascia spazio ai cambiamenti, anche quando tu vorresti essere diverso.Ad esempio, poniamo il caso che tu abbia collezionato nel tempo una serie di appuntamenti mancati, treni persi, discussioni con amici che hanno atteso troppo per il tuo arrivo… L’insieme di questi eventi hanno fatto sì che le persone iniziassero a crearsi un’immagine di te come persona ritardataria. Di conseguenza, osservando sia l’oggettività dei fatti che le reazioni delle altre persone nei tuoi riguardi, anche tu stesso hai iniziato a definirti come una persona ritardataria. Come vedi, tale credenza su te stesso ha realmente una base veritiera, eppure sono quasi certa che tu abbia le capacità per poter arrivare anche in orario.
Allora perché continui ad arrivare inesorabilmente in ritardo anche quando non lo vorresti?
La risposta è molto semplice. Il fatto stesso che tu sia convinto di essere in un certo modo, non lascia spazio ad un cambiamento poiché, secondo l’Effetto Pigmalione, tendiamo a compiere azioni che vanno a riconfermare l’immagine che noi e gli altri abbiamo su noi stessi (o che noi crediamo che essi abbiano su di noi), anche se questa non ci piace. In altre parole, più sei convinto di essere un ritardatario cronico e meno ti impegnerai ad arrivare puntuale. Questo accade perché ogni volta che ci troviamo di fronte ad una situazione in cui ci viene richiesta puntualità, il pensiero “io sono un ritardatario cronico” si attiva in automatico ed influenza il nostro modo di comportarci “non mi sforzo particolarmente ad arrivare in tempo perché tanto lo sanno tutti che sono sempre in ritardo!”. Così facendo il tuo impegno nell’arrivare puntuale sarà sempre minore e la possibilità che tu perseveri nell’arrivare in ritardo aumenterà, rafforzando sempre di più la tua teoria su te stesso: “sono un ritardatario cronico (e non posso cambiare!)”.
Esiste un modo per spezzare questo circolo vizioso?
Assolutamente sì! Ripartiamo dalla tua teoria su te stesso. Supponiamo ad esempio che io ora ti chiedessi di pensare ad un evento del tuo passato in cui sei stato puntuale: una visita medica, un esame, un colloquio… I più scettici potrebbero pensare “è stato solo un caso se sono stato puntuale!” eppure, arrivare in orario, presuppone una serie di attività organizzative: calcolare il tempo di spostamento da casa al luogo di destinazione, puntarsi la sveglia, lavarsi e vestirsi in tempi brevi, uscire di casa entro un orario massimo…Come puoi vedere non può essere stato soltanto un caso se sei arrivato in orario, piuttosto chiediti perché sei arrivato puntuale? Cosa è accaduto di diverso rispetto alle altre volte? Riflettendoci bene forse potresti ricordare che le volte in cui sei arrivato intenzionalmente puntuale sono state le volte in cui eri particolarmente motivato a farlo. Come vedi dunque la motivazione al cambiamento è la condicio sine qua non per far sì che il cambiamento si verifichi. Tuttavia, basta davvero soltanto volere una cosa per poterla ottenere? Assolutamente no, ma è già un buon inizio!

Come si innesca un cambiamento?
Infatti, affinché il cambiamento possa davvero avvenire è necessario che:
- TU abbandoni la teoria che hai su te stesso di essere in un certo modo e di non poter cambiare
Come ti ho dimostrato in questo articolo, il fatto stesso che tu sia convinto di essere in un certo modo non fa altro che alimentare in te comportamenti tesi a confermare questa teoria (effetto pigmalione)
- TU abbia una forte motivazione che ti spinge a cambiare
Il cambiamento di un’abitudine, di un comportamento, di un modo di agire, richiede molte energie perché bisogna uscire da una “zona comoda” ed entrare in una “zona scomoda” e questo richiede tempo, impegno e costanza soprattutto all’inizio e se non si è motivati si rischia di collezionare soltanto fallimenti andando a rinforzare l’iniziale credenza su te stesso.
Buon cambiamento
Dott.ssa Giovanna Pietricola